Dall'analogico al digitale: aumentare il benessere emotivo con l’innovazione del cloud
Una conversazione con Matt Kaplan, CEO, ed Eric Rice, Chief Creative Officer di The PeaceLove Foundation
Come si fa a scalare il proprio business trasformando il modello analogico in presenza in modo tale da poter raggiungere milioni di persone? Ascolta i racconti di Matt Kaplan, CEO, ed Eric Rice, Chief Creative Officer di The PeaceLove Foundation, che spiegano come sono passati ai prodotti digitali per seguire la loro missione di migliorare il benessere mentale attraverso la creatività e la narrazione.
È disponibile una versione audio di questa intervista anche nel podcast Conversazioni con i Leader. Ascoltalo facendo clic sulla tua icona preferita qui sotto.
Scopri come “andare a ritroso” partendo dalla customer experience ideale ha attivato un processo di innovazione che va oltre le aspettative. Vedi i dettagli della conversazione qui di seguito:
Dall’essere “orgogliosamente analogico” al “sognare digitale”
Ellen Cowan (00:00):
Grazie per essere qui con noi oggi. Mi chiamo Ellen, lavoro per AWS Innovation and Transformation Programs e sono qui con Matt Kaplan, CEO della PeaceLove Foundation, ed Eric Rice, Chief Creative Officer sempre della PeaceLove Foundation. E siamo qui per parlare del percorso di innovazione che ha portato alla creazione di Scribl.
Matt Kaplan (00:30):
Il fine ultimo della nostra missione è aiutare le persone a trovare la quiete della mente e a vivere con serenità. Per fare questo sviluppiamo e offriamo programmi di arte espressiva in diversi contesti. Lavoriamo con bambini, adolescenti, adulti ed elaboriamo programmi per scuole, sistemi sanitari e associazioni di veterani. Ribadisco, il nostro obiettivo è legittimare le persone a parlare della propria salute mentale usando la creatività come elemento catalizzatore.
Ellen Cowan (00:58):
Quando abbiamo iniziato, eravamo di fronte a una grande sfida. Puoi dirci di cosa si trattava?
Matt Kaplan (01:12):
In linea con le nostre aspirazioni, abbiamo sempre avuto il grande sogno di raggiungere milioni di persone. Il bisogno c'è. E tanto anche. Quindi negli ultimi 14 anni, abbiamo cambiato la vita di circa centomila persone. E ne siamo orgogliosi. E ora che ci siamo prefissati di raggiungere un milione di persone nel 2024, penso che siamo sulla buona strada per centrare l’obiettivo, forti di un modello di successo. E penso che l’approccio Working Backwards ci abbia permesso di prepararci per raggiungere, potenzialmente, molti, molti più milioni di persone.
Ellen Cowan (01:44):
Bene, e ora operate in modalità digitale, giusto? A disposizione e a uso di chiunque. Quindi ora non serve più l’attività umana per riunire le persone, interagire più a lungo e formare i creatori. Avete qualcosa che è a disposizione di chiunque e che chiunque può usare. Ed è davvero difficile immaginare che abbia un limite. Potreste arrivare a un miliardo di persone. Voglio dire, in pratica, che in termini di dimensione del vostro business le possibilità sono infinite.
Matt Kaplan (02:12):
Come sapete, stiamo iniziando dal posto di lavoro, ma le applicazioni sono tantissime. Che senso avrebbe una versione per un unico operatore? Abbiamo parlato delle diverse realtà che hanno già manifestato interesse per questo strumento. Quindi penso che continueremo a sognare in grande e a puntare in alto, continuando il nostro lavoro.
Ellen Cowan (02:37):
State diventando un'azienda che offre soluzioni digitali. Per voi è possibile parlare di trasformazione?
Eric Rice (02:42):
Assolutamente si. Abbiamo sempre utilizzato la tecnologia dietro le quinte per database, riprese e attività di questo tipo, ma non avremmo mai pensato di diventare un'azienda tecnologica. Eravamo orgogliosamente analogici. In realtà dicevamo alla gente “spegnete i telefoni, spegnete i portatili, sporcatevi le mani, dedicatevi un po’ all’arte insieme a noi”, perché in effetti funzionava. Ma ora abbiamo dovuto, come dire, fare il contrario. La cosa fa un po’ paura.
Con Working Backwards si arriva a un momento di consapevolezza.
Ellen Cowan (03:04):
Quando abbiamo iniziato a collaborare, abbiamo condiviso un po' della nostra cultura dell'innovazione in Amazon e abbiamo esaminato il nostro meccanismo Working Backwards, secondo cui i problemi vengono rielaborati attraverso gli occhi dei clienti e di quelli che sono i loro bisogni o i loro desideri, concentrandoci non tanto sugli aspetti organizzativi quanto più sui clienti stessi. Poi lavoriamo per definire il problema più importante in relazione a quei clienti e iniziamo con qualcosa di abbastanza specifico come un'invenzione, che possiamo poi testare e replicare per dare vita rapidamente a una soluzione. Com'è stato per voi quel processo, che vi ha allontanati dal vostro obiettivo di arrivare a un milione?
Eric Rice (03:42):
Working Backwards ci ha fatto ripensare completamente a come poter scalare i nostri programmi. Per anni siamo stati per tutti e per chiunque, ma non potevamo semplicemente costruire per diventare più grandi. Abbiamo dovuto costruire in modo più intelligente. E così attraverso Working Backwards, abbiamo individuato diverse persone. Persone con emozioni, famiglia e lavoro, e tutte le cose che le completavano. E poi abbiamo cercato di capire che cosa avevano in comune. E abbiamo individuato il posto di lavoro: difficoltà sul posto di lavoro, difficoltà relazionali, sfiducia. E anche dopo la pandemia, la modalità di lavoro ibrida stava andando per la maggiore.
Matt Kaplan (04:18):
E ci siamo immersi in questo lavoro proprio nel bel mezzo della pandemia. Quindi, per noi come organizzazione, è stata effettivamente la prima opportunità di utilizzare piattaforme virtuali. Allestivamo seminari su Zoom e seguivamo i nostri corsi di formazione su Teams. È stata la nostra prima esperienza di lavoro a distanza, lontani dalle persone, senza poterle stringere a sè né abbracciare. Per noi è stato davvero diverso, e non è stato tutto rose e fiori. E penso che questo ci sia stato davvero di grande aiuto man mano che entravamo nel sistema Working Backwards, in quanto sentivamo che “era tempo di ampliare le zone di comfort”. Soprattutto in relazione alla trasformazione digitale.
Ellen Cowan (05:32):
Ora, so che abbiamo visto molte possibili soluzioni, quindi come si fa a decidere qual è la cosa giusta da costruire una volta che si conosce il problema?
Eric Rice (05:44):
Il sistema Working Backwards ci ha davvero aiutati a definire esattamente il target di persona che volevamo servire. E poi abbiamo presentato il nostro obiettivo a tutti gli amici, le aziende, i partner, di qualunque tipo, chiedendo di darci delle idee. Così abbiamo potuto esaminare le proposte ricevute, riflettere, replicare, e perfezionare, specificatamente per quel segmento, quello che sarebbe stato il miglior prodotto da mettere sul mercato.
Ellen Cowan (06:03):
E qual è stato il risultato finale?
Matt Kaplan (06:54):
In realtà siamo arrivati a qualcosa con cui penso ci sentissimo veramente a nostro agio, ovvero un gioco analogico che avrebbe unito le persone, che le avrebbe aiutate a connettersi. E nonostante quel gioco ci fosse piaciuto tantissimo, nel fare l’esercizio a ritroso ci siamo chiesti: “Ma venderemo un milione di giochi da tavolo? Chi vende un milione di giochi da tavolo?”
Ellen Cowan (07:19):
Come definiamo la portata? Abbiamo qualcosa che la gente ama fare, tutti quelli che si siedono e si cimentano, si sentono benissimo. Come possiamo portarlo sul posto di lavoro? E poi, arriveremo a un milione? Come funziona?
Eric Rice (07:37):
L'unica cosa bella del gioco analogico è che ci ha davvero aiutati a individuare l’essenza della nostra modalità. Chiediamo alle persone di essere creative, o diamo loro spazio per esserlo, e di raccontarci una storia. E come gioco analogico, funzionava. Quindi, quando abbiamo deciso di passare al gioco digitale, penso che non avessimo così tanta paura come in passato di avvicinarci alla tecnologia.
Matt Kaplan (07:57):
Ma è stato anche come vivere un momento di consapevolezza in cui, eravamo lì, eravamo in 20 attorno a un tavolo a fare un gioco. E ci siamo guardati tutti quanti negli occhi e penso che sia stato forse Sanju a dire “Ma scusate, perché semplicemente non lo facciamo prima in digitale?” Sembrava un’idea fantastica. Non abbiamo mai fatto nulla di digitale in vita nostra. Penso che nel corso delle due ore successive, abbiamo capito come prendere un gioco analogico e convertirlo in un prodotto digitale. È stato divertente. E abbiamo finito per selezionarlo come prodotto pilota. E poi abbiamo deciso di costruire quel MLP proprio da lì.
Testare e replicare rapidamente per acquisire feedback fondamentali
Ellen Cowan (08:38):
Parliamo delle testimonianze dei clienti, di cosa dicono e quali sono le loro sensazioni. Cosa pensano i clienti di questo nuovo concetto?
Eric Rice (09:00):
I clienti pensano quello a cui noi non abbiamo mai pensato quando abbiamo lanciato il prodotto. Le aziende ci dicono che stanno organizzando riunioni migliori, riunioni più produttive. Uno dei miei racconti preferiti è quello di un leader che usando il nostro prodotto ha sentito per la prima volta la voce di un membro del suo team. Erano sempre presenti alle riunioni, svolgevano sempre il loro lavoro, ma non avevano mai parlato. E ora, quando si passa al gioco, quelle persone che non parlano mai sono quelle che parlano di più.
Ellen Cowan (09:25):
Quindi, spiegateci un pochino in che cosa consiste l’esperienza affinché tutti possano capire. Che cos’è che facciamo insieme che rende le persone improvvisamente in grado di interagire, di sentirsi incluse, di far sentire la propria voce, di sentirsi a proprio agio? Come funziona questo processo?
Eric Rice (09:40):
Il nostro approccio è finalizzato a unire le persone e a costruire relazioni significative. Il processo prevede che si tiri fuori il telefono e si scansioni un QR code, quindi c’è un host che attiva il gioco, compare un messaggio sullo schermo, potrebbe essere anche semplicemente “uno spazio bianco mi infonde tranquillità”. E tutti hanno 60 secondi, la maggior parte ne impiega 30. E si scarabocchia con il dito su un telefono, e la cosa importante è proprio il processo. Non è il prodotto la cosa importante. È divertente, ed è facile da usare. Ed è incredibile quante barriere si abbattono. Perché quando si tratta di condividere, ora si visualizza un fantastico tabellone da gioco, tutti quei pezzi, tutta quell’arte, e poi si condivide.
Ellen Cowan (10:57):
È davvero incredibile. L'ho fatto con i team di cui ho fatto parte e mi sento come se avessimo “scarabocchiato insieme”. È come se avessimo una cosa che abbiamo fatto insieme. Siamo connessi in questo modo e abbiamo imparato gli uni dagli altri. E ho anche imparato cose interessanti su ciò che le persone amano e non amano del loro lavoro quotidiano. Voglio dire, tutti iniziano a condividere. È sicuro avere un'opinione, è sicuro condividere, perché è stato riservato uno spazio per la condivisione.
Matt Kaplan (11:20):
Quel pezzo di sicurezza è enorme.
Si costruisce questo spazio, si permette alle persone di essere vulnerabili e, una volta che si ha il permesso di essere vulnerabili, avviene la trasformazione”.
Penso che se una persona può fare qualcosa che è già parte del suo flusso di lavoro in atto, non si trova a dover fare un'altra cosa o a partecipare a un'altra riunione. E dopo sette minuti, la persona dice “ho avuto delle buone sensazioni. Facciamolo tutte le settimane”.
Ellen Cowan (12:07):
Se doveste descrivere alcuni effetti tra quelli che si producono più spesso?
Eric Rice (12:09):
Abbiamo i dati nel nostro backend ed è divertente da guardare, ma noi, come organizzazione, raccontiamo storie. Quindi ci rivolgiamo a questi host che stanno testando il programma e chiediamo loro di raccontarci le loro storie. Di dirci esattamente cosa sta succedendo”. E ciò che sentiamo dire di più è “sta aiutando il mio team a elaborare l’insieme di dati emotivi che è mancato negli ultimi anni”. E quell’insieme di dati emotivi è necessario per cose come la fiducia e il senso di connessione e anche solo semplicemente per conoscere il proprio collega in quanto essere umano, e non solo come una scatolina sullo schermo.
Opportunità di scalare senza limiti
Ellen Cowan (12:45):
Parliamo un po' delle possibilità di scalare. Prima volevamo servire tutti, poi abbiamo ristretto l’obiettivo e ci siamo chiesti: “Come possiamo concentrarci sugli adulti sul posto di lavoro?” Quanto può essere grande? E come possiamo tornare indietro per diventare più grandi possibile con questo?
Matt Kaplan (13:05):
Il modo più semplice per rispondere a questa domanda, è che penso non ci siano limiti al numero di persone che possiamo raggiungere. Per noi, la cosa più interessante, e forse una delle più gratificanti, è che quando giochiamo a questo gioco e lo mostriamo a qualcuno, ognuno ha in mente un possibile utilizzo diverso. Ad esempio, c’è chi dice “Ehi, mi piacerebbe provarlo con il mio gruppo religioso”, oppure chi dice “Lavoro con veterani e questo sarebbe un ottimo modo per dare il via a una riunione”. Lavoriamo con un gruppo molto numeroso nel settore della salute mentale, e questo gruppo si occupa, attraverso le scuole, di giovani con assicurazione insufficiente o addirittura senza copertura assicurativa. E il loro feedback è che “Ogni consulente dovrebbe avere questo gioco e usarlo come orientamento per gli insegnanti”. Penso che potrebbe giovare a qualsiasi comunità.
Ellen Cowan (14:11):
Scegliamo in modo da poter essere davvero precisi riguardo a ciò che ci apprestiamo a costruire, testare e replicare. E il fallimento è ammesso se iniziamo con qualcosa di fattibile e in scala ridotta. Ma l'idea ovviamente è quella di valutare e vedere quanto possiamo crescere, con ogni invenzione. Sono davvero entusiasta di vedere tutto ciò che sta succedendo.
Consigli per affrontare grandi problemi
Ellen Cowan (14:30):
Dopo aver intrapreso questo viaggio con noi, consapevole delle enormi sfide che tantissime organizzazioni si trovano ad affrontare, dopo un percorso che potrebbe essere in linea con il loro, che consiglio potresti dare?
Eric Rice (14:52):
Consiglierei di avere fiducia. Di avere fiducia nel processo. Stavamo giusto parlando di altri segmenti, aprendoci a nuovi scenari. Torneremo indietro e lo faremo di nuovo, perfezionando il prodotto per quei segmenti. Per farlo correttamente, ora disponiamo di quell’insieme di strumenti che abbiamo acquisito con Working Backwards.
Matt Kaplan (15:34):
Il mio consiglio è solo quello di rischiare. Soprattutto se si vuole affrontare qualcosa di così delicato come la salute mentale o il benessere emotivo, o come sviluppare l'empatia sul posto di lavoro. Questi sono grandi obiettivi. Non si raggiungono se non collaboriamo con voi. Se non collaboriamo con Slalom, se non fossimo abbastanza intelligenti da sapere che “Ehi, avremo bisogno di persone che non solo abbiano l'esperienza ma che possano effettivamente aiutarci a costruire questo”, perché come organizzazione no-profit, non si va fuori a raccogliere ingenti somme per costruire un nuovo prodotto tecnologico, almeno non nel nostro caso. Quindi abbiamo dovuto riflettere molto su come ne abbiamo parlato, su come l'abbiamo affrontato. E penso che sia il più grande investimento che abbiamo mai fatto come azienda. Ora abbiamo l'opportunità di produrre davvero un impatto su molte, molte altre vite.
Eric Rice (17:22):
Esattamente come diamo alle persone la possibilità di parlare dei loro sentimenti, AWS ci ha consentito di sognare il più in grande possibile. E anche se questo può fare un po’ paura, siete stati così rassicuranti durante il processo che penso che uno dei miei momenti preferiti sia stato durante il workshop sulle soluzioni, quando ho parlato con Sanju Sonny di come dovremmo porre fine a questo gioco. E abbiamo avuto un'idea, ed era un po' folle all'epoca. Era molto fuori dal nostro normale ambito di azione. E ho chiesto, ho detto: “È possibile questo?” E lui rispose: “Certo che è possibile”. Ha sorriso e mi ha detto: “Siamo Amazon, possiamo fare qualsiasi cosa”.
Ellen Cowan (17:58):
Beh, con la tecnologia possiamo fare tutto. O quasi. E la parte difficile è capire come inquadrare i problemi nella giusta dimensione e forma, in modo da sapere esattamente cosa dobbiamo fare e come possiamo testare e misurare la soluzione. E come possiamo iniziare con qualcosa su cui poi continuare a costruire? Se vogliamo a tutti i costi fare l’impossibile, affrontare il problema più grande e avere la migliore idea che qualcuno abbia mai avuto, la prima volta, e abbiamo paura di sbagliarci, è davvero difficile. Ma se riusciamo a dare a noi stessi la possibilità di iniziare con qualcosa che sembra fattibile e vedere quanto potremmo essere bravi, possiamo testare, migliorare e arrivare all’obiettivo. Non è difficile, è divertente.
Informazioni sui leader
Matt Kaplan
CEO e Co-fondatore, PeaceLove
Matt Kaplan è stato co-fondatore di PeaceLove nel 2009. Lo scopo di PeaceLove è quello di dare voce a milioni di persone in tutto il mondo per far sì che condividano i loro problemi di salute mentale e creino tranquillità attraverso le arti espressive. In qualità di Chief Executive Officer, Matt è responsabile della visione strategica e direttore del movimento PeaceLove. Matt è membro attivo di HATCH e fa parte con orgoglio del Consiglio di Amministrazione di The Phoenix Empowered.
Eric Rice
Chief Creative Officer, PeaceLove
Ellen Cowan
Innovation Programs Team Lead, AWS
Ellen aiuta clienti, partner e team interni a dare priorità alle iniziative strategiche e a individuare nuove soluzioni aziendali utilizzando i meccanismi di innovazione distintivi di Amazon, focalizzati sul cliente. Con oltre 20 anni di esperienza nello sviluppo e nell'innovazione del business delle tecnologie digitali, Ellen ama condividere e imparare dalla cultura dell'innovazione di AWS e Amazon e ad insegnare agli altri a fare altrettanto.
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